Nel corso dei secoli il cavallo si è trovato ad accompagnare il cammino dell’uomo in molti modi: nel trasporto, nel lavoro nei campi, in guerra, infine anche nello sport. Purtroppo solo negli ultimi anni è stato veramente preso in considerazione in quanto atleta, e la medicina sportiva in campo veterinario si sta sviluppando considerevolmente a partire dall’ultimo decennio.
Il cavallo, in quanto atleta, come tale deve essere trattato, per poter esprimere il meglio delle sue potenzialità atletiche deve trovarsi in condizioni psico-fisiche ottimali.
Come un atleta umano deve seguire uno stile di vita sano, allenarsi secondo un programma vario e personalizzato, effettuare defaticamenti adeguati, stretching, ed essere monitorato dal punto di vista medico e fisioterapico, anche il cavallo atleta dovrebbe essere gestito con questo criterio.
L’importanza della gestione è immensa dal punto di vista del mantenimento di una buona salute generale e della prevenzione da eventuali traumi o patologie.
Questi concetti cominciano ad essere finalmente presi in considerazione da proprietari, trainer e molti colleghi veterinari, e finalmente il cavallo atleta comincia ad essere trattato con il riguardo che gli spetta.
I cavalli hanno una grandissima capacità di compensazione, riuscendo a mascherare rigidità muscolari, dolori viscerali, e patologie osteoarticolari a lungo. Questo purtroppo fa si che spesso ci si accorga dei problemi soltanto dopo molto tempo, quando la situazione ormai è diventata cronica. Per questo motivo una gestione scrupolosa ed attenta è fondamentale per intervenire per tempo sui problemi.
I comportamenti che i cavalli possono assumere non sono mai casuali, bisogna sempre prenderli in considerazione, poiché è il modo con cui cercano di farci capire che c’è qualcosa che non va. Rigidità, disobbedienze, problemi di direzione, comportamenti stereotipati, difficoltà a mettere massa muscolare in certi distretti, abbattimento, aggressività e molti altri sono spesso campanelli di allarme di una situazione di stress psico-fisico. I problemi “reali” solitamente sopraggiungono quando il cavallo non è più in grado di compensare queste situazioni.
Il cavallo, in quanto atleta, come tale deve essere trattato, per poter esprimere il meglio delle sue potenzialità atletiche deve trovarsi in condizioni psico-fisiche ottimali.
Come un atleta umano deve seguire uno stile di vita sano, allenarsi secondo un programma vario e personalizzato, effettuare defaticamenti adeguati, stretching, ed essere monitorato dal punto di vista medico e fisioterapico, anche il cavallo atleta dovrebbe essere gestito con questo criterio.
L’importanza della gestione è immensa dal punto di vista del mantenimento di una buona salute generale e della prevenzione da eventuali traumi o patologie.
Questi concetti cominciano ad essere finalmente presi in considerazione da proprietari, trainer e molti colleghi veterinari, e finalmente il cavallo atleta comincia ad essere trattato con il riguardo che gli spetta.
I cavalli hanno una grandissima capacità di compensazione, riuscendo a mascherare rigidità muscolari, dolori viscerali, e patologie osteoarticolari a lungo. Questo purtroppo fa si che spesso ci si accorga dei problemi soltanto dopo molto tempo, quando la situazione ormai è diventata cronica. Per questo motivo una gestione scrupolosa ed attenta è fondamentale per intervenire per tempo sui problemi.
I comportamenti che i cavalli possono assumere non sono mai casuali, bisogna sempre prenderli in considerazione, poiché è il modo con cui cercano di farci capire che c’è qualcosa che non va. Rigidità, disobbedienze, problemi di direzione, comportamenti stereotipati, difficoltà a mettere massa muscolare in certi distretti, abbattimento, aggressività e molti altri sono spesso campanelli di allarme di una situazione di stress psico-fisico. I problemi “reali” solitamente sopraggiungono quando il cavallo non è più in grado di compensare queste situazioni.